martedì 26 marzo 2013

Niente da Nascondere

Cachè

di Michael Haneke

con: Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Maurice Bénichou, Aïssa Maïga.

Drammatico

Francia, Austria, Germania, Italia (2005)











Dopo l'exploit post-catastrofico di "Il Tempo dei Lupi" (2003), Haneke torna nel territorio, a lui decisamente più consono, della critica alla classe borghese europea contemporanea; "Niente da Nascondere" segna un piccolo punto di svolta nella carriera dell'autore e, al contempo, rappresenta uno dei vertici del suo cinema.




La vita dell'intellettuale parigino Georges Laurent (Daniel Auteuil) viene scombussolata di punto in bianco da un evento sinistro e singolare: uno sconosciuto comincia ad inviarli delle strane videocassette, sulle quali sono impresse le immagini della sua casa; Georges discende, pian piano, in uno stato di paranoia che lo porterà oltre ogni limite.
La paranoia, appunto, è il tema centrale del film; la paura inconscia che un estraneo possa introdursi, non visto ("nascosto" da cui il titolo originale), nella propria vita e rivoltarne i segreti; Georges è il simbolo dell'uomo medio: benestante, sposato con una bellissima donna, apparentemente tranquillo; ma quella di Georges altro non è che una maschera che la sua stessa paranoia scioglierà a poco a poco; tuttavia, Haneke, arrivato a questo punto, sembra porre un quesito allo spettatore: il personaggio che si è così rivelato è il vero io del protagonista o non è altro che una metamorfosi che questo ha subito a causa dello stato di alterazione in cui si trova coinvolto? L'autore non da risposte: il quesito resta perennemente sospeso, in un gioco di specchi in grado davvero di stuzzicare la riflessione di chi l'osserva.
Il mistero stesso dietro le cassette, inutile nasconderlo, resterà senza risposta: esso, alla fin fine, non è che un pretesto che l'autore usa per scoperchiare il marcio che si cela sotto l'apparente normalità del personaggio principale.


Haneke, come sempre, attua un distacco verso il racconto: la pellicola è volutamente fredda e la messa in scena smaccatamente oggettiva; si assiste allo sfacelo del protagonista come attraverso un vetro e le sue paure non prendono mai vera forma.
Tuttavia, verso la fine, l'autore decide di andare in controtendenza rispetto al suo stile abituale: al climax, Haneke mostra per la prima volta la violenza, che torna nelle sue immagini per colpire dritto in faccia il protagonista, e con lui lo spettatore, come non avveniva dai tempi della scena del "rewind" di "Funny Games" (1997)..


"Niente da Nascondere" è una pellicola complessa e affascinante, il perfetto ritorno in forma del grande regista austriaco.

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