domenica 21 luglio 2013

A Dangerous Method

di David Cronenberg.

con: Michael Fassbender, Keira Knightly, Viggo Mortensen, Vincent Cassel, Sarah Gadon.

Biografico

Canada, Inghilterra, Germania, Svizzera (2011)
















Stretto tra due capolavori del calibro di  "La Promessa dell'Assassino" (2007) e "Cosmopolis" (2012), "A Dangerous Method" rappresenta il punto più basso della (altrimenti strepitosa) filmografia di David Cronenberg, in cui l'autore abbandona i suoi temi tradizionali per dedicarsi ad un inutile e tedioso ritratto dell'illustre psichiatra e filosofo Carl Gustav Jung (1875-1961), padre della moderna psichiatria.




Basato su un dramma teatrale di Christopher Hampton e su un libro di John Kerr (qui in veste di sceneggiatori), la pellicola segue le vicende del giovane Carl Gustav Jung (Michael Fassebender), del suo incontro con la conturbante Sabina Spielrein (Keira Knightly), dapprima sua paziente, poi collega ed amante, della sua amicizia con lo sregolato filosofo Otto Gross (Vincent Cassel) e del confronto con l'ingombrante figura di Sigmund Freud (Viggo Mortensen).




L'intera narrazione altro non è che una gigantesca metafora del sistema psichico freudiano classico: Jung è l'Io cosciente, un essere umano incastrato tra le pulsioni sessuali verso la Spielrein provenienti dal suo Es, rappresentato dal lascivo e sfatto Otto Gross, e i freni razionali ed opprimenti dalla figura paterna e padronale di Freud, vero e proprio Super-Io pronto a sopprimere qualsiasi impulso di affermazione dell'uomo; il padre della psichiatria viene inoltre dipinto per quello che, di fatto, era: un oscurantista che predicava la ricerca del vero mediante la scienza psichiatrica, per poi imporre prepotentemente il suo punto di vista, parziale e viziato dalle sue personali inclinazioni, su tutto lo scibile umano; metafora che, sulla carta, pareva vincente, ma che su pellicola si rivela quantomeno debole: la didascalicità sottesa è francamente ridicola e fa apparire il tutto non come il frutto di un autore con oltre 30 anni di onorata carriera alle spalle, quanto come quello di un liceale che decide di creare un piccolo saggio teatrale per dimostrare di aver compreso le figure storiche appena conosciute.


Non aiutano alla riuscita le interpretazioni dei due protagonisti; se Fassebder è talmente contenuto e pacato da divenire legnoso nelle scene più importanti, trasformando Jung in una sorta di manichino timorato di Dio, la Knightley è del tutto fuori controllo fin dalla primissima sequenza: isterica e sopra le righe come il personaggio richiede, la sua performance diviene subito ridondante, poiché basata unicamente sulla sua espressività elevata all'ennesima potenza, risultando a tratti genuinamente ridicola ed insopportabile. Gli unici a salvarsi sono i reduci di "Eastern Promises": Cassel trattiene ogni istrionismo, tratteggiando lo sfatto Gross come un vagabondo affascinante, mentre Mortensen è semplicemente perfetto nei panni del tirannico Freud.



Il grande regista canadese fallisce anche nella messa in scena; il suo proverbiale stile freddo e distaccato qui si fa talmente rigoroso da apparire ingessato e bolso; anche sul piano della costruzione della scena, l'intera pellicola si configura come una sorta di teatro filmato, tradendo per l'appunto le origini teatrali del testo di base, in cui sono solo uno sparuto gruppo di primi piani a trasmettere la sensazione di essere di fronte ad un'opera cinematografica; persino quando il suo occhio si sofferma sulle forme acerbe della Knightley, Cronenberg non riesce né a turbare, né a stupire, tanto da arrivare a ricordare, per l'aridità dello stile e per la pretenziosità dei contenuti, il peggior Woody Allen (ed è tutto dire); ed è un paradosso puro il fatto che, appena 6 mesi dopo, l'autore torni a dimostrare tutto il suo talento e la sua carica distruttiva in quel "Cosmopolis" ambientato quasi totalmente all'interno di un'automobile.




Fiacco, noioso e genuinamente inutile, "A Dangerous Method" è una film buono solo per far comprendere ai profani la grandezza della figura di Jung, del suo metodo psicanalitico e filosofico e delle sperimentazioni della Spielrein, tutt'oggi alla base della medicina psichiatrica.

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