sabato 28 settembre 2013

Scott Pilgrim vs. the World

di Edgar Wright

con: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Jason Schwartzman, Ellen Wong, Kieran Culkin, Anna Kendrick, Chris Evans, Brandon Routh.

Cinecomic

Usa, Inghilterra, Canada, Giappone (2010)

















L'ibridazione tra stili e linguaggi  può portare alla nascita di nuovi modi d'intendere la narrazione; negli ultimi venti anni, la fusione tra cinema e comic ha dato luogo ad interessanti prove stilistiche ("Dick Tracy", "Sin City"), tanto che i due linguaggi, ora come ora, sembrano essersi saldati in un media unico, con fumetti le cui vignette e sceneggiature sono plasmate su inquadrature e scritture cinematografiche e film che riprendono stili, stilemi e topoi propri del fumetto; l'ibridazione tra cinema e videogame, invece, ha una storia più recente e molto più travagliata: tralasciando i primi esperimenti di trasposizione da videogioco a film ("Super Mario bros." del '93), è con l'avvento del cinema digitale e degli effetti in CGI che si assiste ad una ripresa totale degli stilemi propri del videogioco anche nella narrazione filmica; viceversa, il cinema ha da sempre influenzato il mondo dei games, basti pensare alle avventure grafiche che infuriavano negli anni '90, nelle quali spesso e volentieri al posto di una grafica in animazione 2d si optava per delle sequenze filmate con veri attori; "Scott Pilgrim vs. the World" fa dell'ibridazione tra i tre media (cinema, fumetto e videogioco) il suo imperativo: la fusione tra gli stili e gli stilemi è totale e da luogo ad una forma narrativa davvero inedita; tuttavia, al di là del mero esperimento stilistico, il film in sé è lungi dal potersi definire riuscito.


Scritto e disegnato da Baryan Lee O'Malley tra il 2004 e il 2010, "Scott Pilgrim" rappresenta il più lucido tentativo di unificazione tra narrazione fumettistica e meccanica videoludica; fin dalla trama, l'intento dell'autore appare chiaro e preciso: Scott, giovane rubacuori di Toronto e chitarrista di un piccolo gruppo indie rock, si innamora perdutamente della bella Ramona Flowers; per conquistarla deve però sconfiggere i suoi sette malvagi ex-ragazzi; storia che racchiude in sè tutti i luoghi comuni dell'arcade classico: un protagonista alle prese con una quest che vede invischiata una "principessa da salvare", un gruppo di boss da sconfiggere, ognuno dei quali contraddistinto da un potere particolare, e una serie di poteri/upgrade ottenibili alla fine di ogni combattimento; l'ibridazione tra media è ottenuta anche grazie al particolare stile grafico, che si rifà pienamente ai disegni naif ed espressivi dell'era dell 8-bit, come se l'intera graphic novel fosse un intermezzo non interattivo di una cartuccia per Nintendo.


Nel passaggio su grande schermo, l'ibridazione si fa ancora più ricca, aggiungendo al calderone anche la grammatica filmica; Edgar Wright, proveniente dalla commedia demenziale, si diverte ad unire piani-sequenza ad onomatopee a tutto schermo, palle di fuoco Street Fighter-Style ed intermezzi animati, costruzione narrativa para-videoludica (il "Game Over" verso la fine, i gettoni ottenuti da Scott alla fine di ogni incontro) con primi piani e piani americani, dando vita ad uno stile unico, inedito ed interessante. Molto meno riuscita è la parte strettamente "filmica"; nel passaggio su schermo, Scott Pilgrim viene interpretato da Michael Cera, attore sul quale occorre soffermaci qualche minuto; Cera viene dal cinema indie americano degli anni '00: con quel suo viso da "sfigato della porta accanto" ed una fisicità praticamente nulla, è stato il perfetto protagonista di tutta una serie di pellicole romantico-adolescenziali, quali "Youth in Revolt" (2009) e "Nick & Norah: tutto accadde in una notte" (2008); caratteristica permanente di tutti i suoi ruoli: sfigato innamorato di una ragazza bella/simpatica/ intraprendente, dunque fuori dalla sua portata; forse per tentare di calamitare un pubblico di adolescenti nerd facilmente identificabili con il "personaggio-Cera", e vista anche la somiglianza della storia di base con le precedenti pellicole interpretate, Wright gli affida il ruolo si Scott, sbagliando clamorosamente il casting: con quel volto da ebete e quel fisico da studente di geometria asmatico, davvero non si riesce a credere che Scott sia un imberbe Casanova spaccacuori ed un agguerrito picchiatore di ex. Credibilità che si infrange totalmente quando Cera combatte contro attori da fisico scultoreo quali Brandon Routh e Chris Evans o fa innamorare di sé la bella Mary Elizabeth Winstead; e a poco serve il tono demenziale e citazionista della pellicola: la sospensione dell'incredulità manca totalmente fin dai primissimi minuti e con essa gran parte del divertimento.


La storia di base, inoltre, non è troppo diversa dalla classica "commedia alla Cera": adolescente para-sfigato alle prese con la bella di turno e con rivali di molto migliori di lui, ossia la classica storia di rivincita che i commedianti americani rifilano al pubblico più o meno dagli inizi degli '80; fortunatamente, l'ambientazione indie e l'amore verso la tradizione videoludica salvano in parte la narrazione: davvero non si può resistere ad un gruppo rock battezzatosi come uno dei nemici storici di Super Mario, così come non si può non ridere di fronte alle disavventure amorose di Stacey, sorella di  Scott, che vede tutti i suoi fidanzati fuggire con Wallace, il coinquilino gay del fratello.


Quel che resta è un esperimento linguistico interessante e riuscito, inframezzato da siparietti comici talvolta davvero irresistibili, su tutti il combattimento con il vegano interpretato da Routh, ma che purtroppo non riesce a convincere del tutto; a fine visione si resta estasiati solo per lo spettacolo visivo, tutto il resto è roba trita, vecchia e riscaldata malamente.

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