sabato 31 ottobre 2015

Tucker and Dale vs. Evil

 di Eli Craig.

con: Alan Tudyck, Tyler Labine, Katrina Bowden, Jesse Moss, Philip Granger, Chelan Simmons.

Commedia/Slapstick/Splatter

Usa, Canada, Inghilterra, India- 2010

















Quello dell' "Hillbillies Horror" è un filone roseo all'interno della produzione orrorfica americana, grazie ad una serie di elementi sempre interessanti. Un orrore partorito dalla società a stelle e strisce e che vive alla luce del sole negli angoli più reconditi della nazione, lontano dalla civilizzata costa, nell'entroterra più remoto, fatto di sconfinati deserti ed immensi boschi. Un orrore dovuto all'idiozia degli "zotici", totalmente avulsi dalla realtà e per questo dediti alla devianza più pura, che spesso culmina nell'incesto dei cosiddetti "inbred". E come ogni filone che si rispetti, anche l' hillibilles horror è stato omaggiato da una commedia che ne ha stravolto impostazione e luoghi comuni: "Tucker & Dale vs. Evil", lettera d'amore verso classici come "Deliverance" (1972) e "The Texas Chainsaw Massacre" (1974), che riprende questa volta il punto di vista non dei ragazzetti di turno, quanto dei presunti mostri; il quali si riveleranno essere due simpatici bontemponi incappati in una serie di disastrose coincidenze.


Tucker (Alan Tudyck) e il suo timidissimo migliore amico Dale (Tyler Labine) sono due allegri operai che decidono di concedersi una vacanza nei boschi, approfittandone per ristrutturare un vecchio capanno abbandonato. Sfortunatamente non sanno che in quegli stessi boschi, venti anni prima, si è consumata una serie di efferati delitti commessi da alcuni paesani e che, ancora peggio, un gruppetto di studentelli arrapati e vogliosi di baldoria ha deciso di campeggiarci.


L'omaggio sarcastico era già stato tentato nientemeno che da Eli Roth con il suo esordio "Cabin Fever" (2002). Ma laddove la prova di Roth era compiaciuta e scostante, "Tucker & Dale" riprende i topoi del caso e li riarrangia spostando il punto di vista da quello del canonico gruppo di teen-agers a quello dei campagnoli.
Questi vengono così spogliati dall'aura di malignità per divenire due simpatici montanari in cerca di tranquillità: il panciuto Dale, afflitto da una irrimediabile timidezza, e lo sfortunato Tucker, perennemente immerso in situazioni disastrose alla Stanlio e Ollio.


Ampio spazio, di conseguenza, a sbronze con Pabst Blue Ribbon usata come medicinale, corse a perdifiato con la motosega in mano per sfuggire alle api scambiate per raptus omicidi e capitomboli che finiscono in piogge di sangue. L'omicidio diviene definitivamente situazione comica, mentre lo splatter eccessivo, che talvolta sconfina nel gore, si colora immancabilmente di una nota umoristica.
Il cambio di punto di vista permette di ricreare tutti gli omicidi del filone in chiave parodistica, dove la morte è conseguenza della goffagine dei personaggi o del caso. Lo humor di "Tucker & Dale" non deriva dalla fusione tra il registro splatter e quello slapstick come nei classici di Sam Raimi, quanto nell'inclusione di conseguenze grottesche ed umorismo nerissimo in un contesto altrimenti saldamente comico.



La riuscita finale si deve però anche al cast affiatato, con il britannico Tudyck perfettamente calato nei panni del boscaiolo Tucker, l'irresitibile Tyler Lebine semplicemente perfetto con la sua fisicità baffuta e bonaria in quelli dello scanzona Dale e la bella Katrina Bowden che sovverte il canone della bionda illibata per divenire la donzella in pericolo che si innamora del suo presunto rapitore.

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