venerdì 14 luglio 2017

Le Due Inglesi

 Les Deux Angleises et le Continent

di François Truffaut.

con: Jean-Pierre Léud, Kika Markham, Stacey Tendeter, Sylvia Marriot, Marie Mansart, Phillippe Léotard, Iréne Tunc.

Francia 1971

















L'ammirazione verso le opere del misconosciuto Jean-Pierre Roché aveva già portato Truffaut a girare quel rivoluzionario capolavoro che fu "Jules e Jim"; l'approccio con un altro suo scritto, "Les Deux Angleises et le Continent" lasciava presagire un esito certamente meno scontato di quanto "Le Due Inglesi" effettivamente sia; la nomea di "film maledetto", data dalla pessima accoglienza riservata all'epoca della sua uscita da parte della critica, è sicuramente esagerata: non siamo di certo davanti ad un'opera malriuscita o mediocre; semplicemente, questo nuovo adattamento non ha la freschezza o la carica iconoclasta che molte altre opere dell'autore parigino possono vantare.




Inizi del '900 Il giovane Claude (Léud) viene introdotto a due giovani amiche di famiglia, di origini anglosassoni: Ann (Kika Marham) e Muriel (Stacey Tendeter); trasferitosi presso la di loro abitazione in Inghilterra per approfondirne la lingua e le usanze, Claude si sente dapprima attratto da Muriel, ma ben presto realizzerà di amarle entrambe di un amore totale, sia fisico che romantico.




Il triangolo amoroso di "Jules & Jim" ritorna a termini invertiti: questa volta è l'uomo ad essere uno, mentre due sono le donne; due ragazze dal carattere quasi opposto.
Ann è un'intellettuale, la cui relazione con Claude diverrà ben presto aperta a nuovi partner; vicina all'amato anche da un punto di vista intellettivo, Ann ne condivide la passione per l'arte ed in parte per la letteratura.
La rossa Muriel, d'altro canto, è una donna più schiva ed altrettanto intelligente; viene introdotta come una persona fragile, la cui costituzione cagionevole la porta a soffrire di una turpe malattia oculare. Il suo amore per Claude è dapprima prettamente ideale, nato come attrazione verso un compagno di studi e sviluppatosi attraverso un corteggiamento tipicamente d'epoca, per poi spegnersi, momentaneamente, a seguito della separazione imposta dalla genitrice di lui.




Claude, pendolo del trio, è invece un personaggio complesso; dapprima uno schivo studente, succube di una madre che sembra capire prima e meglio di lui i suoi sentimenti, ma che gli impone condotte di vita irragionevoli; subisce una mutazione divenendo un libertino, un uomo "innamorato dell'amore" come direbbe lo stesso Truffaut, la cui attrazione per le due sorelle si fa presto fisica oltre che sentimentale. Jean-Pierre Léud, purtroppo, si rivela per una volta scelta di casting infelice: troppo monocorde e monoespressivo, la sua performance appiattisce di molto il personaggio rendendolo anche poco credibile dato il suo fisico e la sua avvenenza non propriamente mascolina.




L'amore in "Le Due Inglesi" è il più "fisico" che Truffaut descrive nel corso della sua carriera; l'attrazione del trio passa attraverso le pulsioni prettamente sessuali che provano: alla vista di Ann, il giovane Claude per prima cosa si immagina il suo corpo nudo; la loro prima notte di passione è totalmente carnale; Muriel, furiosa per il suo tradimento, confessa all'ex amato la sua incontenibile libido; così come l'unica notte d'amore tra questi due culmina con un'immagine prettamente carnale: le coperte macchiate di sangue a seguito della deflorazione della vergine.




Laddove il sentimento raccontato è più terreno del solito, le immagini che Truffaut concepisce sono più fisiche e pittoriche nella loro bellezza, a tratti dei veri e propri quadri a 24 fotogrammi al secondo.
Ma la sua mano vacilla nel rendere davvero graffiante la storia; al di là della sbagliata scelta di casting per il protagonista, la storia non riesce mai davvero a coinvolgere, né a colpire.
Proprio come  l'attitudine di quell'Inghilterra puritana nella quale la vicende prende piede, anche il film è freddo, scivola inerte per le due ore di durata ed a tratti finisce persino per annoiare.
Al di là della cura per le immagini, Truffaut non fa nulla per rendere il racconto davvero coinvolgente: non esaspera i toni, né cerca uno stile forbito o moderno. Si ha, in sostanza, meno di quanto ci si potrebbe attendere da un autore del suo calibro, che alle prese con un soggetto simile, aveva fatto molto meglio in passato. E che qui si limita a dirigere un dramma riuscito, ma incolore.

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